| Quinta
settimana rosminiana 18 – 25 febbraio 2006 “Antonio Rosmini: bellezza di una vita umile” |
Dal 18 al 25 febbraio 2006 si è svolta la Quinta delle Settimane
Rosminiane, che ogni anno vengono promosse a febbraio con diverse
manifestazioni in tutta Italia per far conoscere ed accompagnare il cammino
verso la beatificazione del Servo di Dio Antonio Rosmini. Il tema scelto in
continuità con gli anni precedenti è stato quello di riflettere sulla Vª
Massima di perfezione cristiana: «Riconoscere intimamente il proprio nulla».
Come misuriamo il successo?
Tutti cercano la
riuscita delle proprie azioni. Il successo primeggia fra le aspirazioni umane. Per
il cristiano il successo ha valenza relazionale: un viaggio dall’“io” al “noi”.
Infatti gli eroi della Scrittura sono donne e uomini che nella solitudine
interiore hanno infranto la corazza del proprio io per instaurare autentici
rapporti di amicizia con Dio, con sé e gli altri. Riflettendo su ciò Rosmini
conclude che l’umiltà, virtù fondamentale, è chiave per la contemplazione e
trampolino di lancio per abbracciare con fiducia ciò che il Signore chiede. Per
questo la sua quinta Massima di perfezione cristiana invita a «Riconoscere
intimamente il proprio nulla».
La curiosa attrazione del nulla
L’idea del nulla è
inquietante: difficile prevedere dove conduce questa umiltà radicale! Rosmini
nacque nel periodo storico europeo dominato dall’Illuminismo, che esaltava la “dea
ragione”. Per essa l’uomo rompeva il legame che lo univa a Dio e agli altri per
divenire legge a se stesso. Rosmini intraprese un intelligente e costruttivo
dialogo con le correnti culturali del suo tempo. Senza sminuire le meraviglie
della ragione umana, egli indicò la via maestra per un autentico progresso,
individuale e sociale, come frutto di una ricerca inesausta della verità. Solo
la Verità che libera conduce ad una vita abbellita dalla virtù e dal desiderio
di instaurare con Dio Padre un dialogo amoroso e filiale.
E oggi? La graduale
emarginazione della fede iniziata con l’illuminismo è sfociata nell’odierno
secolarismo, in cui il bisogno di Dio e di Verità viene soffocato. Ciò che è
possibile è spesso automaticamente considerato accettabile (per esempio le
nuove sfide in campo bioetico), lasciando da parte il confronto etico-morale
sia in campo politico che privato. Oggi la tracotanza della ragione umana e l’eccessiva
confidenza nelle abilità dell’uomo è accompagnata da un crescente dubbio.
Suicidi giovanili, conflitti etnici, scarsa stima della persona, minaccia
ecologica globale, evidenziano la fragilità e la stoltezza dell’uomo.
E la difficoltà a
riconoscere il peccato? Non ha forse prodotto la triste conseguenza di non
saper perdonare? Oggi si moltiplicano i ricorsi all’autorità giudiziaria, un
giornalismo scadente semina contrasti fra gruppi e individui, le procedure
impediscono talvolta le scuse e il perdono. In questo clima di tensione Rosmini
ammonisce tutti, santi e peccatori: «Riconosci intimamente il tuo proprio nulla».
E non si tratta di svalutare se stessi: è l’inizio della presa di coscienza dei
propri limiti e delle proprie debolezze, che apre il cuore alla grazia trasformante
di Dio.
Come mantenere lo spirito di umiltà?
Rosmini ha messo a
fondamento della propria vita il principio di passività, vale a dire una
contemplazione pratica. Esso frena la nostra intraprendenza a fare il bene. È
importante prima ammettere i propri limiti, riconoscendo che siamo non solo
autori dei successi della società, ma anche partecipi alle sue imperfezioni.
Solo così, in umiltà, si comprende che l’efficacia della testimonianza sta
nello sforzo di ogni giorno verso un rapporto con Dio vivace e intenso. Pur
essendo fondamentalmente contemplativo, il principio è pratico nella sua
essenza.
Dalla vita di Rosmini
lo vediamo vissuto nei seguenti modi. Nel riconoscere il proprio nulla ci si
accorge del bisogno di:
- conoscere il Signore: stai in
silenzio e medita la Parola di Dio;
- curare la vita interiore: conosci ed ama Cristo e la sua Chiesa;
- usare la ragione: nutri la fede e diventa discepolo della verità;
- pregare: parla con Dio, dilettati e gioisci in Lui;
- rispettare gli altri: agisci con sincera umiltà, rispetta la dignità
dell’altro;
- conformarsi a Cristo: riconosci i
tuoi limiti e abbandonati alla Grazia di Dio, ma quando la
Provvidenza lo chiede assumi senza preferenza qualsiasi opera di carità.
Rosmini concepì questa
contemplazione pratica che conduce ad una santità intelligente: l’amore testimoniato
dal cristiano si esprime attraverso tutte le dimensioni della persona. Per
Rosmini non può esserci distacco tra studio e fede, spiritualità e lavoro, vita
privata e pubblica.
Che cosa ci chiede loro il Signore oggi?
Amore a Cristo e alla
sua Chiesa, lo stesso che portò Rosmini a fondare l’Istituto della Carità e le
Suore della Provvidenza Rosminiane. Per noi Rosminiani – Fratelli, Sacerdoti,
Suore e Ascritti (laici e sacerdoti diocesani) – la prima scelta è la
contemplazione: una profonda comunione con Dio, che ci spinge a seguire la voce
della Provvidenza, servendo la Chiesa e l’umanità con i suoi molteplici
bisogni: materiali (cura degli ammalati, dei poveri ecc …) intellettuali
(insegnamento, scuola, mass-media) e spirituali (evangelizzazione, parrocchie e
centri di spiritualità …).
Viviamo il passaggio
dalla vita contemplativa a quella attiva non come momenti successivi, ma
compimento dell’una nell’altra. Convinti della necessità di una vita interiore
integrale, desideriamo renderci apostoli della nuova evangelizzazione.
Convegno di Milano:
18 febbraio 2006 Cinema Palestrima
«e fui dal ciel fidato a quel sapiente
che sommo genio
si annientò nel Cristo»
Da Clemente Rebora ad Antonio Rosmini
Programma
Moderatore: Dott. Maurizio De Paoli
Famiglia Cristiana -
redazione centrale
La Parola e l'innocenza tra Rebora e Rosmini
Prof. Renata
Lollo, Università Cattolica del Sacro Cuore
Prof. Fulvio De Giorgi, Università Cattolica del Sacro Cuore
Clemente Rebora e la spiritualità della V massima di
perfezione
Madre Maria Angelica Bacca, Suore della Provvidenza Rosminiane
S. Messa presieduta da S. E. Mons. Antonio Riboldi I.C.,
Vescovo emerito di Acerra
Convegno di Roma:
25 febbraio 2006 Basilica dei SS. Ambrogio e Carlo al Corso
La creaturalità non è Povera
«Riconoscere intimamente il proprio nulla»
Antonio Rosmini, Quinta massima di perfezione
Moderatore: Prof. Giuseppe De Rita, Segretario Generale
Fondazione Censis
Società e sviluppo,Av. prof. Gianni Letta,
Sottosegretario
alla Presidenza del Consiglio
L’antiperfettismo nel pensiero di Rosmini,
Prof. Dario
Antiseri,
Ordinario di Scienze politiche Università Luiss
La promozione della persona in Antonio Rosmini,
Padre Claudio
M. Papa I.C.,
Postulatore generale I.C. e SPR
S. Messa presieduta da S. Ecc. Rev. Mons. Piero Marini,
Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie
Sacro Monte Calvario – Domodossola
16 settembre 2006
V Convegno di spiritualità Rosminiana
Il messaggio della Sindone
a Torino e a Domodossola
Simonetta Minissale, Direttore Ente di Gestione della Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte Calvario
Padre Vito Nardin, Rettore Sacro Monte Calvario – Centro di Spiritualità Rosminiana