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1.2. L“amico soavissimo: Antonio Rosmini
Le scuole melleriane: 1818 – 1837

 

Le scuole melleriane
1818 – 1837

 

2. L’amico soavissimo: Antonio Rosmini
                Antonio Rosmini

Rosmini aveva conosciuto Mellerio a Milano nell’ottobre del 1826 presentatogli dal cugino Carlo Rosmini, lo storico, il quale da anni godeva la familiarità del Conte. Quei due si intesero tosto, e sebbene Rosmini fosse più giovane di venti anni, si stabilì fra loro una confidenza grande che li condurrà a dirsi ogni loro segreto, ogni pena, ogni progetto. Si deve a Mellerio se Rosmini nel 1828 poté iniziare il suo Istituto al S. Monte Calvario di Domodossola. Le loro relazioni epistolari, ricche di ottocento lettere si iniziano nel 1827: piene tutte di grande affabilità, anche se talvolta oscurata un tantino da improvvise ombre. Rosmini mostra a Mellerio i suoi studi di politica e lo mette al corrente di altri suoi lavori, e nel 1828 i due passano a trattarsi amichevolmente col Voi, incominciando primo il Mellerio. E fu in questo medesimo anno, il 12 maggio, che Rosmini dietro insistenza del Mellerio, dal Calvario scende, la prima volta, a vedere le scuole del Conte, bene accolto dal Canonico Gianani, che è assai contento dei suoi alunni. Due anni dopo, il novembre del ‘30. Mellerio prega l’amico di prestarsi a ispezionare la libreria delle scuole, proponendogli un catalogo di libri da acquistare.

Finalmente, con l’agosto 1831, giunge l’ora in cui i primi Rosminiani iniziano qualche attività nelle scuole melleriane. Sono due giovani reclute: don Giulio Todeschi, dei Baroni di Eichenfels, roveretano e il romano don Luigi Gentili, futuro missionario d’Inghilterra e d’Irlanda. Essi fanno le lezioni di catechismo: ai grandi il primo, ai minori il Gentili.

In settembre se ne aggiunge un terzo, il neo-sacerdote don Giacomo Molinari con la supplenza di Direttore Spirituale. Il Molinari, domese, fu il primo figlio spirituale di Rosmini, ed aveva pure fatti i suoi studi nelle scuole di Domo godendo una borsa del Mellerio il quale lo accompagnava con occhio amorevole e l’aveva consegnato a Rosmini, al Calvario. Egli viene liberato da altri uffici e pure abitando al Calvario, inizia la sua opera in città, ogni festa, forse con non troppo piacere del professore can. Bàjocchi, fungente da direttore spirituale. Mellerio intanto insistette perché Rosmini intervenisse seriamente nell’opera sua, e gli espose replicatamente il desiderio di creare una pensione per alcuni giovani studenti. Rosmini studiò e rispose al Mellerio con alcuni progetti e proposte concrete.



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